Ch’Art Design è un progetto di arte digitale applicata che permette la libera personalizzazione di ogni tipo di oggetto e di ambiente.
Grazie alla versatilità dello stile Ch’Art e delle più innovative tecnologie di stampa digitale creiamo pareti, complementi d’arredo, tessuti e mille altre idee per ravvivare il tuo mondo!
- Puoi scegliere i colori che preferisci.
- Puoi scegliere la forma che più ti stimola.
- Puoi scegliere il materiale più idoneo.
- Puoi scegliere la dimensione adatta al tuo spazio.
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Le origini di Ch’Art Design
Ch’Art nasce come sperimentazione artistica. Dopo anni di ricerca nel campo della pittura digitale, in cui i colori si fondono e si sovrappongono, Massimo Cremagnani intraprende un nuovo percorso utilizzando piccoli elementi dai colori puri. Li affianca e li movimenta seguendo il suo intuito, mantenendo lo stile dinamico che caratterizza tutta la sua produzione artistica.
Durante questa ricerca, un’azienda di stampa digitale commissiona all’artista l’ideazione di un campionario “diverso dal solito”: qualcosa che colpisca il cliente e gli faccia capire la differenza tra i diversi materiali, le varie soluzioni di stampa, gli effetti visivi (e talvolta tattili) che si possono ottenere in digitale. Nasce quindi l’idea di riallestire l’azienda con decine di immagini Ch’Art, ognuna realizzata con una particolare tecnica, creando così un percorso immersivo ed esperienziale.
Il progetto, benché pronto per la fase esecutiva con oltre 70 “campioni” differenti su oltre 500 metri quadri di edificio, non verrà realizzato dall’azienda per mancanza di fondi. Ma nella mente dell’artista il progetto era già a uno sviluppo superiore: la creazione di un museo sulla stampa digitale chiamato Ch’Art Museum. Inizia così una nuova missione per dare vita a questa iniziativa culturale, prevedendo spazi e allestimenti, servizi didattici e di formazione, partner mediatici ma anche arredamento in stile e oggetti di merchandise.
Ed è proprio realizzando gli studi e i prototipi di questi oggetti di arredo che Ch’Art inizia a riscuotere un forte successo di pubblico, sia tra gli esperti del settore che tra la gente comune. Vengono richiesti foulard, pannelli decorativi, stampe artistiche e rivestimenti per mobili. E siccome il museo non ha ancora trovato una sede e i fondi necessari, cominciamo a produrre il suo contenuto nelle formule più svariate con l’intenzione di appassionare un pubblico sempre più vasto, mantenendo la ricerca più viva che mai.
Come nasce un Ch’Art
Ch’Art è il trait d’union fra l’arte pura, l’arte digitale e le arti grafiche, un ibrido che richiama in sé gli strumenti creativi, le tecniche produttive e le teorie percettive delle tre discipline.
All’inizio abbiamo i campioni di colore, tasselli colorati utilizzati come riferimento da artisti, grafici e creativi da diverse generazioni. I gruppi di tasselli formano delle tavolozze con diverse gradazioni e tonalità, affiancate per affinità o per contrasto.
Le tavolozze vengono movimentate dall’autore tramite appositi software grafici, dando origine a infinite forme astratte.
Il soggetto selezionato viene quindi inserito nel progetto esecutivo, valutando posizionamento, dimensioni, materiali e tecniche di stampa.
Cosa significa Ch’Art?
Le immagini policrome di Ch’Art rappresentano la manipolazione dinamica delle tavolozze colore.
Il nome deriva dalla contrazione tra le parole Chart (tabella grafica, ma anche schema di colori) e Arte (per i richiami estetici e concettuali che simboleggia).
L’Autore
“Ho preso il colore nella sua forma più rigida e obiettiva e ho fatto in modo che il computer gli desse vita, forma e movimento. Ho dato ai colori la libertà di esprimersi indipendentemente, come singole tinte e come grandi comunità collaborative”
Massimo Cremagnani – alias Capitolouno – si è laureato con lode all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1999, con una tesi su etica ed estetica dell’arte digitale, intitolata “Arte Digitale Capitolo Uno”. In ambito accademico è stata la prima sull’argomento e la prima su supporto multimediale interattivo.
Nel 1998 presentava alla mostra Salon I, presso il Palazzo della Permanente di Milano, il suo primo lavoro digitale: Homo Sapiens Marsupialis. Nel frattempo era assistente ai corsi di computer grafica e fotografia digitale per l’Accademia milanese. Nello stesso anno redigeva la rubrica “Computerarte?” per la rivista Computer Graphics and Publishing, l’inizio di un’esperienza giornalistica protrattasi per oltre un decennio su diverse testate professionali che gli ha permesso di approfondire e sperimentare direttamente ogni tecnologia per la figurazione digitale, familiarizzando con i maggiori rappresentanti del settore.
In questi anni la ricerca si è evoluta su più fronti, incontrando nuove sinergie tra arte, grafica e comunicazione:
- Identificazione del “metodo creativo non lineare”, evoluzione del modus operandi utilizzato per la realizzazione artistica e grafica con tecniche tradizionali
- Sviluppo la tecnica di Laserigrafia, abbinando con risultati sorprendenti la stampa laser a diverse tipologie di carte pregiate
- Creazione del sistema di analisi percettiva delle prove di stampa “Elite PrinTest”
- Stampa con diverse soluzioni su ogni tipologia di materiale, esclusa l’acqua
- Applicazione dell’analisi per elementi alla stampa digitale, riuscendo così a riunire in un unico ampio contesto ogni tecnologia e applicazione della stessa
- Ideazione e progettazione del primo museo dedicato alla stampa digitale
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